Mi sono sempre ritenuto un ragazzo senza fretta, che non ama molto parlare. La mia vera passione era, è e sarà sempre la montagna. Da ragazzino ho letto una biblioteca di libri che avevano sempre un unico e solo argomento: la montagna, sempre sognando di poter un giorno esplorare tutti quei posti, di poterne toccare con mano i luoghi, di riuscire a raggiungerne le cime. Oggi sono Guida alpina.
Ho sempre amato arrampicare, volare, esplorare e fotografare la mia terra. Senza ostentazioni, senza voler essere il più bravo, senza nessuna smania di protagonismo, quasi sempre solo per me stesso. Dicono che come fotografo abbia un grande occhio per gli scorci più suggestivi e che sia molto bravo tecnicamente, specialmente nella scelta del punto ideale di scatto. Dicono. Ma penso sia solo per il fatto che le mie montagne le conosco come le mie tasche, e so dove andare a cercare. Con calma, senza alcuna urgenza: loro ci sono sempre. Quando hanno qualcosa da dirmi io sono là, pronto ad ascoltarle.
Ho una passione pressoché sfrenata per l’attrezzatura fotografica di alto livello (che non so se è un fatto positivo…) ma anche per vecchie macchine a pellicola di medio/grande formato. Non ho mai abbandonato la poesia della fotografia in pellicola, specialmente per il bianco & nero. Grande scuola. E proprio questo mi ha portato a collaborare al libro “Dentro e fuori le cime. Dolomiti di Brenta tra l’occhio e il passo”, del mio amico Alberto Bregani (Edizioni “Il Margine” – 2012).
Ho girato tutto il mondo, sempre esplorandolo, spesso organizzando trekking e spedizioni alpinistiche anche su vette di 8.000 metri. Oggi sono papà, cammino per i miei sentieri e lavoro nel negozio di sport di famiglia, ma senza mai trascurare la mia vocazione per il silenzio e per la scoperta della montagna. La mia vita.
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